lunedì 7 dicembre 2015

Toshiba Portégé M200

Ecco il mio ultimo acquisto, un piccolo notebook che può diventare anche un tablet.
Ora visto che il portatile in questione è piuttosto datato, monta una CPU Intel Pentium M a 1,6Ghz quindi dal punto di vista informatico un processore di molte generazioni fa, sorge spontanea la domanda, ma comprarsi un vero tablet no ?
Beh personalmente non mi convincono molto i tablet, anche perchè molti montano Android che secondo me è il sistema operativo più inutile che sia apparso sulla scena negli ultimi anni, buono per i cellulari e anche per i tablet certamente, visto che con un tablet al massimo ci navighi e basta, ma più di questo cosa ci puoi fare, seriamente.
Ci sono anche tablet con Windows e tastiera agganciabile all'occorrenza che quindi diventano dei veri e propri notebook, ma costano ancora parecchio, per le mie tasche, e questo Toshiba lo ho trovato sulla baia per circa 130 euro.
Altro fattore che mi ha spinto su questo usato e a non fare una spesa più importante è il fatto che al momento l'unica utilità che vedo in un tablet è la possibilità di usarlo in modalita "portrait", a mò di libro, cosa che per leggere documenti o libri in PDF, oppure fumetti è sicuramente più comoda che non su un normale schermo di PC.
OK, queste le mie motivazioni, passiamo un pò in rassegna l'hardware. Il portatile lo ho acquistato che montava un disco da 40 giga e 1 giga di RAM, che con Windows XP bastano e avanzano, ma visto che avevo "pezzi" da recuperare ho montato un disco da 80 giga e portato la RAM a 2 giga.
In rete ho trovato anche una guida di un utente che vi ha montato Windows 7 segnalando le problematiche incontrate, onestamente dubito che il processore gradisca il passaggio a Windows 7 quindi nemmeno ci provo.
Questo portatile non ha una unità DVD e non c'era nemmeno il lettore esterno e, cosa molto simpatica, sembra che sia compatibile solo con pochissimi modelli di lettori DVD su USB.
Il problema più grosso è come poter installare un sistema operativo su questo portatile perchè come detto i lettori DVD su USB che possono essere usati come unità di boot sono pochissimi, il boot da chiavetta USB non è previsto e quindi siamo fregati.
Beh, non proprio, è previsto il boot da rete, il boot da SD, che però è praticamente inutilizzabile in quanto le schedine SD sono supportare solo se non SDHC e inoltre l'utility di Toshiba permette di formattare la schedina come un floppy avviabile per cui usare la SD per avviare un'installazione con un'immagine CD mi pare improbabile.
Il BIOS permette di avviare anche da scheda PCMCIA, e in questo caso se si ha un adattatore PCMCIA per CF è possibile copiare un'immagine ISO avviabile su una scheda CF e poi avviare l'installazione come se fosse un CD/DVD. E guarda un pò io ho uno di questi adattatori, un paio di CF e un paio di portatili che hanno lo slot PCMCIA sui quali gira linux, quindi seguirò questa via per installare linux sul Toshiba.
Ma ora voglio provarlo con Windows XP, che essendo il sistema operativo con cui nasce il portatile, ha tutti i driver necessari per sfruttarlo a dovere ..... forse.
E' vero che con Windows XP funzionano tutti i tasti "speciali" presenti sulla cornice del display, che girando il display per fare diventare il notebook un tablet lo schermo si adatta al volo ..... ma è anche vero che Windows è sempre la solita m....
Infatti dopo un paio di giorni ha smesso di funzionare il pennino, e se questo non va, quando il portatile diventa tablet, non si ha più accesso a mouse e tastiera, e quindi non si combina nulla.
Provando, scopro che il pennino funziona, infatti i 4 tasti sul lato destro del display si attivano quando vi avvicino il pennino ma sullo schermo no succede nulla, non riesco a muovere il cursore, quindi sembrebbe che sia il display a non funzionare.
Fortunatamente era solo il driver wacom che comanda il display touch a fare i capricci, lo ho rimosso e subito dopo fatto un "rileva hardware" che ha ripristinato il driver e il touch con pennino sul display è tornato a funzionare .... male, già perchè se uso il pennino con il display in landscape, PC normale, il cursore segue i movimenti del pennino, ma appena metto in formato tablet quando muovo il pennino in una direzione il cursore va dall'altra parte rendendone impossiibile l'uso. Rimetto in formato notebook e pennino e cursore tornano a lavorare d'amore e d'accordo.
In conclusione fino ad ora l'uso come tablet è stato pari a zero, può essere che essendo usato non sia messo benissimo, ma chissà perchè secondo me è il buon vecchio caro Windows che ci mette tanto del suo per mandare tutto all'aria.
Nota a margine, dopo aver installato Avira come antivirus ad ogni avvio veniva fuori un errore relativo a una DLL specifica di Windows Tablet PC che non risultava essere più valida, rimosso Avira il problema è sparito.
Chissà che anche il problema del pennino non sia legato a qualche aggiornamento automatico di Windows che a messo KO qualche driver Toshiba che di certo non verrà più aggiornato.
Insomma, che dire, il PC come tablet lo ho solo appena intravisto ma non ho potuto utilizzarlo, sarà ancora una volta l'installazione di linux a risolvere la situazione e riportare all'utilità questo portatile ?
Vedremo.

sabato 17 ottobre 2015

Installazione di Debian Stretch da Netinst

Il lavoro sulla nuova testing di Debian, in codice Stretch, procede a grandi passi e ormai si è arrivati già all'Alpha 3 dell'installatore.
Finora su un paio di PC sono passato a testing aggiornando da Jessie, ma oggi ho voluto reinstallare da zero un PC e quindi ho usato la ISO netinst per l'installazione del sistema operativo.
Di per sè non c'è nulla di nuovo se non che per default viene avviato l'installer grafico e non quello testuale, poi per il resto è tutto invariato rispetto a Jessie.
Il problema arriva al primo riavvio dove il sistema va beatamente in blocco con systemd che si lamenta che /etc/mtab non è un symlink a /proc/self/mounts, e segue il messaggio "Freezing execution".
Anche un avvio in modalità rescue non porta a nulla.
Fortunatamente ho ancora la mia chiavetta USB con cui ho appena installato ed eseguo una shell avviando il PC dalla chiavetta appunto, la shell di emergenza è raggiungibile dalle "opzioni avanzate" e poi "rescue mode" dal menù di avvio della ISO.
Una volta avviata la shell basta rimuovere il file /etc/mtab, che è proprio un file regolare, e riavviare tutto e magicamente partirà la ns. Debian testing.
Se andiamo a controllare vedremo che /etc/mtab è un link a /proc/mounts che a sua volta è un link a /proc/self/mounts.
Detto tutto ciò c'è da notare che, anche se si tratta di un'alpha, un errore del genere è piuttosto serio in quanto pregiudica l'avvio del sistema, è anche vero che il problema si risolve in un attimo avendo un pò di dimestichezza con linux, così come è altrettanto vero che un'alpha, o comunque una testing, non dovrebbero essere certo utilizzate da utenti con poca esperienza.

Active@ Disk Editor

Girovagando in rete mi sono inbattuto in questo sito dal quale è possibile scaricare un "disk editor" sia per Windows che per linux e quindi ho deciso di provarlo su Debian Jessie a 64 bit.
Scaricato e scompattato il file provo a eseguirlo ma senza successo.
Il programma, una volta scompattato, non richiede installazione e va lanciato eseguendo il comando DiskEditor, che è uno script che determina se il sistema è a 32 o a 64 bit in modo da impostare il binario corretto e la relativa path alle librerie, quindi il programma supporta sia i sistemi a 32 che a 64 bit.
Allora perchè non funziona ?
Il primo problema è che lo script determina se il sistema è a 64 bit sondando l'output del comando :
uname -i
 l'opzione -i, dalla pagina di manuale
       -i, --hardware-platform
              print the hardware platform or "unknown"
ma su Debian l'output è sempre unknown, quindi tenta di eseguire il binario a 32 bit ed è per questo che non funziona.
Il problema si risolve semplicemente sostituendo l'opzione -i con -m, questa sì ritorna x86_64 come architettura e quindi si può procedere.
Invece no.
Lo script adesso determina che il sistema è a 64 bit è usa questa sintassi per aggiungere "64" al nome del binario, che è DiskEditor per la versione a 32 bit :
_BINARY+="64"
dove _BINARY è inizialmente valorizzato con :
_BINARY="bin/$( basename "$0" )"
purtroppo la bash di Debian non gradisce e da errore, anche qui la soluzione più banale è quella di sostituire la seconda assegnazione con :
_BINARY="bin/$( basename "$0" )64"
stesso discorso per la variabile _LD.
Fatte queste piccole modifiche allo script, il programma si avvia, dopo aver richiesto la password di root e si presenta con una buona veste grafica in QT.
Non resta che provare un pò questo disk editor, ma sembra piuttosto funzionale e ben fatto.




sabato 10 ottobre 2015

NetBSD 7.0 su ProStar 8500P

OK, per prima cosa ammetto che questo vecchio protatile ha oltre 10 anni di vita, un vetusto pentium 3 a 1Ghz che però funziona ancora seppure con tutti i limiti dati dall'età.
E poi NetBSD ha quel simpatico motto "of course it runs NetBSD" per cui mi sono quasi sentito in obbligo di provarlo.
Non configura la scheda Realtek 8139 per un problema di IRQ e al reboot va in kernel panic.
Bell'inizio, che fortuna.
L'inghippo, o la soluzione che ho trovato, è un'opzione del BIOS che permette di scegliere quale tipo di OS sarà installato, la scelta è tra DOS/Windows 2000 e Other, immagino che influenzi poi in qualche maniera il sottosistema ACPI.
Fatto sta che impostando Other, NetBSD si installa che è una bellezza, riconosce e configura la scheda di rete, e anche i comandi di riavvio/spegnimento funzionano senza problemi.
La cosa strana è che con Debian Squeeze e OpenBSD 5.8 non c'erano problemi e funzionano indipendentemente dal valore assegnato a quest'opzione del BIOS.
Purtroppo con NetBSD sulla console appare spesso questo errore :
rtk0 : watchdog timeout
ma la connettività di rete sembra continuare a funzionare piuttosto bene.
Cercando in rete sembra che sia un problema noto legato a questa tipologia di schede della Realtek. Ovviamente se c'è in giro un pezzo di hardware fetente io devo per forza averlo.
Per ora l'installazione è quella di base, andando ad installare un sistema grafico molto leggero, OpenBox, IceWM o quello che è disponibile in NetBSD vedremo quanto possa essere usabile a livello desktop questo sistema operativo, su un PC così vecchio.

Debian su PowerBook G4 : nessuna buona nuova

Anche con l'arrivo del kernel 4.2 i problemi con il driver nouveau sui PowerBook che usano schede Nvidia non è stato risolto.
Come già evidenziato in un precedente post i kernel successivi al 3.6 adottato, da Jessie, si portano dietro un problema con questo driver nouveau che fa si che non si avvii la grafica sul PowerBook, almeno sul mio G4 12,1.
Per di più non è che faccia un fallback alla modalità a carattere ma lascia lo schermo con a video le ultime scritte di avvio del boot senza dare poi nessun tipo di iterazione video/tastiera.
Anche intervendo su alcuni parametri del driver non si ottengono miglioramenti, l'uso dell'opzione nomodeset del driver nouveau permette l'avvio del server grafico ma con grossi problemi video che ne rendono l'uso impossibile, ma almeno si può spegnere/riavviare il computer senza usare il tasto di spegnimento.
Quindi al momento l'unica opzione è usare il buon vecchio kernel 3.6, dove non andava l'audio però ... e forse non va nemmeno con il 4.2, chi lo sà.
Purtroppo non mi sembra che il futuro sia molto roseo per il binomio linux/powerbook.
Forse è proprio il momento di testare qualcos'altro, tipo OpenBSD o NetBSD.

venerdì 18 settembre 2015

Manjaro Linux con kernel 4.2 e driver Catalyst ( ATI )

Quando decido di passare ad un nuovo kernel è sempre una rottura di palle con questi driver Catalyst.
Questa volta, memore delle precedenti esperienze, ho deciso prima di rimuovere i driver, riavviare e installare il nuovo kernel 4.2, riavviare e installare i driver Catalyst usando lo strumento fornito con Manjaro ( mhwd ).
Riavvio e tanto per cambiare si pianta tutto, riavvio modificando i parametri del kernel aggiungendo l'opzione single e rimuovendo quiet splash e vedo che c'è un errore nel caricamento di un modulo .... e non sarà mica fglrx che rompe l'anima ? Ma certo che è lui.
Alla data in cui scrivo in Manjaro sono disponibili i kernel 4.1, 4.2 e 4.3, visto che venivo da un 4.0 e che il 4.3 mi sembra un pò troppo fresco riparo installando il 4.1, riavvio e installo i driver Catalyst, altro riavvio e finalmente funziona tutto a dovere.
Ma visto che funziona anche con i driver open non sarebbe meglio che me li levassi di torno una volta per tutte questi driver rognosi ? bah potrebbe anche essere un'idea.

lunedì 31 agosto 2015

Debian testing su PowerBook G4 12,1

Ormai é giá un pó di tempo che é disponibile la nuova testing di Debian, nome in codice stretch e giá la stó provando su un notebook con CPU Intel i5 e ambiente Cinnamon senza grossi problemi, quindi ho deciso di aggiornare l'Apple PowerBook G4 da jessie a testing.
Questo anche per vedere se con un kernel aggiornato  risultasse risolto il problema dell'audio non funzionante, infatti il kernel 3.16 di jessie non rileva nessuna periferica audio. Altro motivo era anche vedere il nuovo XFCE 4.12.
Modificato il sources.list e aggiornato il sistema mi sono trovato al primo riavvio il computer inutilizzabile, fortunatamente ho potuto riavviare con il vecchio kernel poiché con il 4.1 sembra ci sia un problema con il driver nouveau che dovrebbe gestire la scheda NVIDIA GeForce del portatile.
Facendo una ricerca in rete ho trovato di un utente con un G5 che lamenta lo stesso problema e sembra appunto legato a modifiche fatte nel drive nouveau che non sembrano piú compatibili con l'openfirmware di questi vecchi Apple.
Io che speravo di trovare l'audio funzionante mi ritrovo invece anche con la grafica andata su per il camino, bel passo avanti.
Il computer é usabile con il vecchio kernel e quindi non é la fine del mondo, il software é aggiornato e posso guardarmi fuori un pó le novitá di XFCE peró l'impressione che l'attenzione verso i vecchi Apple PowerPC stia piano piano scemando c'é.
La mia non é una critica, ma solo una constatazione, immagino che ovviamente se gli utenti linux di queste macchine sono pochi ancora meno saranno i programmatori che possono mantenere il codice linux aggiornato.
Di contro io ammetto che ben poco posso parecipare e contribuire, sia per mancanza di tempo e soprattutto di capacitá e quindi mi limito ad aggiornare sperando che prima o poi si sistemino i problemi.
Potrebbe anche essere l'occasione per provare qualche BSD anche su questo PowerBook per vedere come si comporta.
Magari sará oggetto di un futuro post.

domenica 9 agosto 2015

NetBSD 7.0_RC2

Per prima cosa devo ammettere che non sono un appassionato di NetBSD, e in genere un gran conoscitore di BSD, ma quando esce una nuova versione di solito faccio il tentativo di provare la versione per CPU Sparc64 sperando che funzioni con il mio vecchio Tadpole SPARCBook 6500.
L'attuale versione stabile di NetBSD, la 6.1.5, si avvia ma poi non riconosce la tastiera del portatile e quindi non si può procedere con l'installazione, certo si potrebbe collegare una tastiera USB, ma non è una soluzione.
Quindi fino ad oggi solo OpenBSD funziona piuttosto bene su questo portatile, ovviamente oltre al vecchio Sun Solaris 10 con i driver Tadpole.
Ma con mia grande sorpresa la 7.0_RC2 riconosce la tastiera e quindi è possibile installare il sistema operativo.
Durante il processo di installazione ho notato come sia previsto il download anche dei sorgenti, nelle diverse componenti, e la possibilità di configurare il gestore di pacchetti pkgin, che dovrebbe essere più moderno rispetto al classico pkg_add, purtroppo nella RC2 per Sparc64 non è ancora presente la directory per questa versione, tra l'altro nemmeno per l'architettura i386 è presente, più fortunati quelli che stanno testando con amd64.
A parte questi piccoli problemi è, a mio avviso, una gran bella cosa che ora possa installare anche NetBSD oltre a OpenBSD, insomma è una scelta in più, e magari forse il parco software è maggiore in NetBSD che in OpenBSD, chissà non ho ancora controllato.
Comunque se è in RC2 immagino, spero, che la versione 7.0 definitiva, e quindi anche i repository per pkgsrc, non tardi troppo ad arrivare in modo da poter fare un'installazione anche di un ambiente GUI minimale, con OpenBox e vedere come gira il tutto.
In realtà già con la RC2 è possibile configurare manualmente pkgin e provarlo, basta usare questo percorso nel file /usr/pkg/etc/pkgin/repositories.conf :

ftp://ftp.netbsd.org/pub/pkgsrc/packages/NetBSD/sparc64/7.0_2015Q2

immagino che, una volta pronta la release ufficiale il nome sarà più semplicemente 7.0.
Per quanto riguarda FreeBSD anche l'ultima RC 10.2 non riconosce la tastiera e quindi non permette l'installazione.
Beh adesso tocca solo a me avere un pò di voglia, e anche tempo, per dedicarmi un pò di più al mondo BSD.

sabato 18 luglio 2015

Manjaro linux e problemi aggiornamento kernel

Ho già avuto modo di parlare dei problemi che riscontro ogni volta che aggiorno il kernel di Manjaro avendo i driver proprietari ATI.
Con l'upgrade del kernel dalla 4.0.7 alla 4.0.8 la situazione è perfino peggiorata, colpa mia che ho dimenticato di eseguire la rimozione/installazione dei driver prima del riavvio dopo aver terminato l'aggiornamento.
Ma non solo i driver ATI hanno creato problemi, questa volta al riavvio non si montava più la home directory che ho su un disco separato e in formato reiserfs, purtroppo questo filesystem non sembra più essere sviluppato e quindi quelli di Manjaro hanno pensato bene che non servisse più caricarlo.
Per risolvere questo problema è stato sufficiente aggiungere il modulo reiserfs al file /etc/modules-load.d/modules.conf, in questo modo viene caricato ad ogni avvio e infatti dopo il reboot il problema si è risolto.
Tornando hai driver ATI, questa volta anche dopo averli rimossi, il sistema grafico non si avviava, e da /var/log/Xorg.0.log sembra che non trovasse nemmeno i driver ati e vesa.
Per uscire dalle peste ho dovuto reinstallare il vecchio kernel 4.0.7 e relativi driver catalyst ripescandoli da /var/cache/pacman/pkg, visto che non avevo nemmeno la rete attiva, ne cablata ne wireless.
Una volta riavviato il sistema con il vecchio kernel ho eseguito questi comandi :
sudo pacman -Syu
sudo mhwd -r pci video-catalyst
sudo mhwd -i pci video-catalyst
sudo mhwd-gpu --setgl catalyst
a questo punto ho riavviato il sistema e tutto è andato per il verso giusto.
Diciamo che avere questi problemi ad ogni aggiornamento del kernel non mi sembra il massimo, immagino che sarò l'unico sfigato in questa situazione, di certo uno dei pochissimi che usa reiserfs, ma anche tu Mr. Reiser che mi vai ha combinare ?

mercoledì 8 luglio 2015

Grub, EFI, Debian e tanti c....

Dopo circa un mesetto che non accendo più il mio DELL E5410 mi ritrovo con una bella sorpresa, mancato avvio di Debian perchè non risulta esserci un disco di boot.
La prima cosa che controllo è che da BIOS il disco risulti presente, che non sia che con la sfiga che ho sia andato in cavalleria per mancatao utilizzo, ma il disco è presente e forse dovrebbe anche essere funzionante almeno dalle prove che vado a fare dopo aver avviato con una live usb.
Questo PC usa EFI come sistema di avvio e controllando le partizioni del disco vedo che iniziano con /dev/sda2 che è la root ma non vi è traccia della /dev/sda1 che dovrebbe essere la partizione /boot con tutto il necessario per l'avvio con EFI.
Come e perchè sia sparita solo il cielo lo sa, però sono ormai certo che è questo il problema, comunque usando un altro pc raggiungo il wiki di Debian sull'argomento e seguendolo scrupolosamente sono riuscito a ripristinare il PC.
Le cose che ho dovuto fare in più sono state la creazione della partizione che proprio non c'era :
parted /dev/sda
poi al prompt :
mkpart primary fat32 4MiB -1s
in modo da creare una partizione allineata ai 4 megabyte che occupasse tutto lo spazio disponibile.
Poi la ho formattata :
mkfs.vat /dev/sda1
e seguito il resto della guida.
Poi aggiornato il file /etc/fstab indicando il nuovo UUID della partizione leggendolo con il comando :
blkid /dev/sda1 
El al riavvio magicamente parte Debian in tutto il suo splendore.
Ma cosa può essere successo ? Boh, però su questo PC uso la nuova testing di Debian ( stretch ), che un aggiornamento abbia fatto un casino del genere ? mi pare strano ma di  mio casini  non ne ho fatti, di questo sono sicuro.
Beh sicuro ..... dopo un mese cosa volete che mi ricordi ?



mercoledì 1 luglio 2015

Virtualizzare Windows 3.11 for Workgroup

Nonostante il titolo del post non ho intenzione di propinare nessuna procedura per installare Windows 3.11 visto che in rete si trovano tanti di quei tutorial che uno in più non ha nessuna utilità.
Non chiedetemi nemmeno che senso abbia nel 2015 voler installare/usare un sistema operativo così vecchio, in fondo la risposta la sapete già : nostalgia.
Ma allora questo post di che parla ?
Beh semplicemente di quella che è la mia esperienza sul campo e delle conclusioni a cui sono giunto, partiamo dall'inizio con la premessa che il sistema operativo guest che uso è sempre linux, Debian per la precisione.
Il PC su cui ho fatto gli esperimenti è un vecchio Pentium III a 1GHZ con Debian Squeeze, il primo sistema di virtualizzazione adottato è stato VirtualBox che in linea generale è la soluzione che preferisco, gratuita, completa e sempre aggiornata e supportata.
L'installazione è semplice e le varie guide poi spiegano come e cosa installare per avere la rete funzionante, una grafica che arrivi almeno a 800x600, io ho impostato 1024x768, il modulo da installare per ridurre l'impegno della CPU durante l'emulazione ecc. ecc.
Quindi con VirtualBox possiamo avere il nostro caro vecchio Windows 3.11 usabile ? No. No perchè un problema che non ho risolto è quello del comportamento del mouse nella VM, in pratica a momenti salta da una posizone dello schermo all'altra rendendone l'uso un'agonia, questo anche facendo attenzione a muovere lentamente il mouse. Non è certo legato alle performance del guest che come ho detto è un vecchio PC, e in rete ho solo trovato conferma del problema ma nessuna soluzione.
Ho provato allora con VMWare Workstation, ho dovuto ricorrere ad una vecchia versione, la 7, l'ultima a supportare PC a 32 bit.
Anche qui installazione regolare, aggiunta dei componenti per rete, risoluzione video ecc. ecc e mouse funzionante perfettamente, quindi ho proceduto con l'installazione di tutta una serie di programmi che avevo da parte per il buon vecchio Windows 3.11.
L'unico che mi ha dato problemi subito è stato FoxPro 2.6 che non si avvia dando un errore che sembra relativo ad un problema con la CPU, lo dico perchè è piuttosto interessante la cosa, vedrete dopo.
E' anche interessante notare come questa VM portata e messa in esecuzione sotto VMWare Player 7.1 su Debian Wheezy con CPU a 64 bit, ma senza estensioni VT, non funzioni, o meglio appena si avvia Windows 3.11 ed eseguito il logon si blocca miseramente.
Ho provato anche a importare la VM in VMWare Workstation 11 ma anche in questo caso all'avvio di Windows si blocca con un errore di VMWare che accenna alla lettura di una zona di memoria non valida.
Forse dovrei provare a reinstallarla da zero e non a importarla.
Diciamo che comunque quasi ci siamo, almeno sul vecchio Pentium III Windows 3.11 sotto VMWare funziona, ma è molto lento, purtroppo il PC è quello che è e non è certo il miglior candidato come host per l'emulazione, anche di un OS così vecchio.
Ma adesso veniamo alla vera sorpresa.
DOSBOX, già proprio il programma che per sua natura è dedicato all'emulazione dei vecchi giochi DOS.
Ma in DOSBOX si può installare anche Windows 3.11, anche se nella sua versione standard, chiamiamola così, DOSBOX fornisce un DOS versione 5 e manca di alcune funzionalità che gli permettono di eseguire il programma SHARE.EXE che è fondamentale per alcune applicazioni Windows, Office giusto per citare la più importante.
DOSBOX però permette anche di avviare DOS, e quindi Windows 3.11, ma anche Windows 95, da un file immagine, file immagine che non è altro un file che rappresenta un disco fisso, in questo modo si può installare DOS 6.22, l'ultimo, Windows 3.11 e il livello di emulazione sembra molto buono, vi ricordate di cosa ho detto di FoxPro in VMWare ? beh in DOSBOX funziona.
Ovviamente ci sono dei limiti, DOSBOX non ha il supporto per una scheda di rete, anche se a essere sinceri non è proprio un grandissimo problema, io quando usavo Windows 3.1 non ho mai avuto accesso a Internet o a risorse di rete locali, poi dove vuoi andare oggi sul WEB con un OS così vecchio.
Non è un problema anche perchè per installare software o usi una ISO e la agganci ad un'unità CD nella configurazione di DOSBOX, oppure, come il più delle volte faccio io, monto l'immagine del disco e ci copio dentro i file di installazione e poi avvio DOSBOX e lancio l'installazione direttamente dal disco.
Per montare l'immagine è sufficiente :
sudo mount -o loop,offset=`echo 63*512|bc` -t msdos win311.img /mnt
l'unica cosa degna di nota è il calcolo dell'offset della prima partizione all'interno del file immagine, poi sotto /mnt ho tutto il contenuto del disco e vado a copiare i file nella cartella install che ho creato apposta per questo scopo. Quando finisco smonto e avvio DOSBOX.
Non stò qui a spiegare come installare DOS/Windows 3.11 su un file immagine in DOSBOX perchè anche su questo argomento le guide non mancano.
Ovviamente con DOSBOX Windows 3.1 o 3.11 non fa differenza visto che non c'è la possibilità di usare la rete.
Ho provato l'esecuzione di DOSBOX con questa immagine di Windows su un portatile con CPU Intel Core2Duo T5450 a 1,66GHZ e la velocità di esecuzione è più che buona e permette di poter usare i vecchi programmi senza problemi. Personalmente ritengo che anche con una risoluzione grafica di 800x600 a 256 colori la resa sia piuttosto buona, ma anche aumentandola a 1024x768 non ci sono rallentamenti evidenti, l'unica cosa è che su un classico display 1280x800 c'è ben poco spazio.
Ci sarebbe poi qemu, che ammetto di non amare molto anche se in passato lo avevo provato e usato abbastanza, ma la gestione attraverso quel "monitor" dove l'help è inutile e i comandi solo per cambiare un floppy sono così poco facili da ricordare, cioè non puoi usare fda sulla linea di comando e floppy0 nel monitor per identificare il floppy a:.
Sicuramente colpa mia che non riesco a farmi piacere questo sistema macchinoso di iterazione con la VM, ma a parte questo dopo aver installato il sistema di base non sono riuscito a configurare la scheda video, anche se indicata come Cirrus e scaricati i driver dedicati una volta installati la resa era tale da non renedere leggibile nulla, mancavano le icone, anche i controlli grafici sembravano incompleti. Non ho voluto perderci più di tanto, anche perchè pure con l'installazione della scheda di rete non ne sono venuto a capo.
In conclusione devo dire che al momento DOSBOX mi sembra la soluzione migliore per emulare Windows 3.11, e per quello che vale, DOSBOX, essendo un vero emulatore, può eseguire i programmi DOS anche su altre architetture come ARM o PowerPC.
Provandolo su un PowerBook G4 e su un Toshiba AC100 ( Tegra2 ) le prestazioni sono accettabili, più sul PowerBook che non sul Tegra ad essere sinceri, nonostante il Tegra2 sia una CPU più recente, benchè ARM.
Quindi per l'operazione nostalgia con Windows 3.1/3.11 direi che sono a posto con DOSBOX.




sabato 6 giugno 2015

SheevaPlug : "UBIFS: recovery needed"

Qualche tempo fa è partita la corrente e con essa anche lo SheevaPlug, già una volta ho dovuto sostituire la parte dell'alimentazione perchè si era bruciata ma questa volta sono stato più fortunato, infatti il led dell'alimentazione era acceso e anche quelli sulla presa di rete, quindi il problema per cui non vi potevo accedere doveva essere di diversa natura.
Ho quindi attaccato il cavo USB alla presa JTAG, che funge anche da console seriale, e mi ci sono collegato con il classico :

screen /dev/ttyUSB0 115200
e scopro che l'avvio si interrompe con il seguente messaggio :
UBIFS: recovery needed
Error reading superblock on volume 'ubi:rootfs'!
UBIFS not mounted, use ubifs mount to mount volume first!
UBIFS not mounted, use ubifs mount to mount volume first!
Wrong Image Format for bootm command
ERROR: can't get kernel image!
purtroppo cercando in rete scopro che da U-Boot non è possibile eseguire il recovery del file system, la sfiga di avere installato Debian sulla NAND.
La soluzione è in realtà semplice, basta eseguire questi comandi :
ubiattach /dev/ubi_ctrl -m 2
mount -t ubifs ubi0:rootfs /mnt
e verrà eseguito il recovery, in quanto si accorge del problema sul file system.
Ma per eseguirlo bisogna avere un sistema da avviare da USB o da SD, ecco io con questo device la SD non sono mai riuscito ad usarla, provato schede di ogni marca da 2 a 8 giga e nessuna è mai andata bene.
Insomma alla fine della fiera ho seguito questa guida è ho installato Wheezy su USB, poi avviato da questa, fatto il mount e corretto il problema.
Due cose, la guida ha i link per scaricate l'installer di Jessie che però non funziona, poi una volta installato Wheezy bisogna installare il pacchetto mtd-utils altrimenti non verrà riconosciuto UBIFS come un file system valido.

Per abilitare nuovamente il boot dalla  NAND digitare questi comandi al prompt di U-BOOT :
setenv mtdids nand0=orion_nand
setenv mtdparts mtdparts=orion_nand:0xa0000@0x0(u-boot),0x400000@0x100000(uImage),0x1fb00000@0x500000(rootfs)
setenv bootargs_ubi 'console=ttyS0,115200 ubi.mtd=2 root=ubi0:rootfs rootfstype=ubifs'
setenv bootcmd_ubi 'ubi part nand0,2; ubifsmount rootfs; ubifsload 0x1100000 /boot/uInitrd; ubifsload 0x800000 /boot/uImage'
setenv bootcmd 'setenv bootargs $(bootargs_ubi); run bootcmd_ubi; bootm 0x00800000 0x01100000'
 
saveenv
Ora posso usare tranquillamente la mia Wheezy installata su NAND, ma sarà bene che mi tenga da parte una chiavetta USB in caso di necessità.

venerdì 17 aprile 2015

Il bello e il brutto di una distribuzione rolling

Di solito uso solo debian come distribuzione linux, Wheezy e Jessie, quindi ad oggi stable e testing, anche se ormai prossima a diventare stable.
L'unica eccezione è un PC dove uso Manjaro una derivata da Arch, che uso in salsa OpenBox e con la quale mi trovo decisamente bene e anche con i tanti aggiornamenti non ho mai avuto problemi.
Fino ad oggi.
Dopo la solita sfilza di aggiornamenti mi dedico alla visione di un video e nel momento in cui lo mando a schermo intero tutto diventa nero.
Vabbè mi dico forse fatti gli aggiornamenti ci vuole un riavvio, non ci ho fatto neanche caso a cosa sia stato aggiornato e quindi vado di riavvio ..... e non arrivo più al login. Schermo nero.
Riavvio e istruisco grub a non passare al kernel i parametri quiet e splash ma anche così facendo non capisco il perchè si blocchi.
Riavvio in single user e visto che sul PC ci sono i driver video catalyst per la scheda ATI mi viene in mente di dare un 'occhiata a /var/log/Xorg.0.log e mannaggia la p... il problema è nell'avvio del server grafico.
Allora, a mali estremi estremi rimedi :
mhwd -r pci video-catalyst
e tanti saluti ai driver proprietari.
Riavvio e finalmente posso usare il PC, ma visto che ho tendenze masochiste eseguo nuovamente l'installazione dei driver :
mhwd -i pci video-catalyst
riavvio, con le dita ben incrociate, e con mia sorpresa non ci sono problemi e adesso mi trovo qui a scrivere questo post.
Morale della favola, le rolling per quanto stabili possono sempre presentare, presto o tardi, un problema che a seconda delle capacità dell'utente può essere più o meno difficile da risolvere.
Beh, oltre alle capacità, c'è da considerare lo stato d'animo, io avevo voglia di piallare tutto e provare qualche altra distro senza andare di virtualizzazione, ma poi mi sono detto .... calma figliolo, fai un bel respiro e affronta il problema con lo spirito giusto.
Zen linux, tenetelo a mente.

Aggiornamento del 1 maggio 2015

A quanto pare c'è qualcosa che non va con la gestione degli aggiornamenti e i driver proprietari ATI in Manjaro.
Oggi dopo aver aggiornato il sistema ho deciso di installare il kernel 3.19 e al riavvio ho avuto lo stesso identico problema, risolto nel solito modo, quindi nulla di che però non è certo una cosa simpatica.
Vedremo quando, fra qualche mese, passerò al kernel 4.0, tra l'altro già disponibile, se il problema si presenterà di nuovo e, soprattutto, se mi ricorderò ancora come risolverlo.
 

martedì 14 aprile 2015

Virtualizzare con ProxMox

ProxMox è un ambiente di virtualizzazione che si basa su una distribuzione Debian e usa KVM e Linux Container per fornire i propri servizi di virtualizzazione.
Una volta installato il sistema scaricando la relativa ISO si gestisce il server tutto attraverso un'interfaccia web, quindi non serve nessun software lato client e quindi non siamo vincolati a Windows, come spesso accade con altri sistemi.
Come detto si accede al server puntanto il browser al relativo indirizzo in questo modo :
https://192.168.1.100:8006
ovviamente l'IP sarà quello della vs. rete.
Di default l'interfaccia web è in inglese ma si può fin da subito scegliere anche l'italiano come lingua predefinita.
A ogni login appare il messaggio "no valid subscription", perchè immagino si possa avere anche una licenza commerciale con relativa assistenza, ma basta dare OK e andare avanti.
La prima cosa da fare è configurare uno storage da dove pescare le ISO di installazione, io ho usato una share SMB configurandola seguendo le istruzioni qui indicate, ammetto che avrei preferito si potesse fare direttamente attraverso l'interfaccia web.
Purtroppo fatta questa operazione nell'area di storage appena creata il contenuto è vuoto, nessuna delle ISO presenti viene visualizzata.
Per capire come la cosa funzioni ho usato la funzione "carica" per leggere una ISO dal PC client e caricarla sul server, e qui la cosa si fa un pò strana, infatti il file viene caricato, c'è una barra di progressione che indica il procedere del lavoro, ma nella share non appare nulla, c'è una cartella che si è creata quando ho creato l'area di storage che si chiama "template/iso" che però risulta vuota, al termine del caricamento un pò alla volta si sta copiando l'ISO in questa cartella.
Quindi prima viene caricata da qualche parte e poi spostata in questa cartella, perchè non copiarla subito qui ? anche perchè questa fase di copia sembra piuttosto lenta.
Scoperto che le ISO le vuole in questa cartella template/iso mi sposto a mano le ISO già caricate qui dentro e appaiono per magia nell'area di storage.

Creazione di una nuova VM.
Per creare una nuova VM basta premere il pulsante "Crea VM", intuitivo vero ?
Parte un wizard che ci guida nella creazione della VM, la prima cosa da notare è che il nome che daremo alla VM non può contenere spazi, onestamente è un dettaglio che non mi piace molto ma così è.
Nel passo successivo andiamo a scegliere quale OS stiamo installando, ci sono tutte le versioni di Windows dal 2000 al 8/Server 2012, linux, solaris e un generico altro.
Il primo tentativo lo faccio con l'installazione di Debian Wheezy quindi scelgo l'opzione "linux 3.x/2.6", non c'è distinzione tra 32 e 64 bit.
Poi seleziono l'immagine ISO da usare, configuro l'immagine disco da creare e altri parametri come numero di CPU e quantità di RAM.
Quando si tratta di configurare la rete vedo che anche in questo caso tra i modelli supportati manca la classica PC-Net, sicuramente sarà un problema con SCO e OpenBSD. Oltre alla Realtek 8139, già vista con XenServer, qui c'è anche la Intel E1000 che spero sia già supportata bene da OpenBSD, mentre per SCO sarà un problema installare il driver, che però dovrebbe esistere.
Ma per quest'installazione di Debian proverò il driver VirtIO che dovrebbe offire le prestazioni migliori.
Terminata la creazione della VM non viene chiesto di avviarla per cui procedo cliccando con il tasto destro sulla VM appena creata e scelgo "Start", poi accedo alla "Console", sempre dal solito menù.
Anche qui, come con XenServer, la videata di grub non accetta input dalla tastiera che comincia a funzionare solo quando, dopo qualche secondo, parte l'installer chiedendo l'impostazione della tastiera.
A questo punto parte la solita installazione di Debian, noto che l'iterazione con la console è molto più veloce che non quella fornita da XenServer, qui è una nuova finestra del browser e anche il processo di installazione sembra più veloce.
L'installazione di Debian, benchè minimale, non ha dato nessun problema.
Ho provato OpenBSD e usando la scheda di rete Intel E1000 non ho incontrato i problemi visti con la Realtek con XenServer, installazione senza problemi e rete funzionante.
Ho installato anche NetBSD, in questo caso sia per il disco che per la rete ho usato VirtIO e tutto a funzionato a dovere.
Non potevo esimermi dal provare ad installare SCO OpenServer, nella versione 5.0.7, e devo dire che anche in questo caso le cose sono andate piuttosto bene, ovviamente non funziona la rete perchè sul CD di installazione non è presente il driver per gestire la Intel E1000 che ho usato per la VM, ma dovrebbe esserci la possibilità di recuperare il driver sul sito di SCO.
Andando qui è possibile scaricare un CD di aggiornamento che tra le altre cose prevede il driver per questa scheda, a questo punto scaricata la ISO e messa nell'area di storage la ho agganciata alla VM SCO e ho proceduto con l'installazione dei driver aggiornati e successivamente alla configurazione della rete.
L'unico problema incontrato con l'utilizzo della console è che ogni tanto digitando i caratteri viene fuori anche qualche serie di 7 rendendo ovviamente il comando digitato inutilizzabile, non credo sia un grosso problema perchè una volta installato SCO ci si collega poi via SSH.
Ultima nota, l'installazione è solo a carattere non ho provato a installare e usare la gui con SCO, onestamente non la ho mai usata neanche su hardware reale proprio perchè è un sistema operativo server dove un desktop non ha nessuna utilità.
Devo dire che fino ad ora ProxMox, grazie anche a KVM per l'emulazione, mi ha fatto proprio una bella impressione, ricordo che con XenServer non c'è stato verso di farlo andare SCO.
Per ultimo ho lasciato Windows 2003, su questo voglio provare, come fatto con NetbSD, a installarlo usando VirtIO sia per il disco che per la rete, ovviamente Windows non ha i driver integrati per questo tipo di periferiche e bisogna installarli usando la ISO che si trova qui.
Quindi dopo aver creato la VM di base, prima di avviarla, vado ad aggiungere un secondo lettore CD, così uno sarà per la ISO di installazione, e il secondo per la ISO con i driver VirtIO.
Il problema che incontro subito è che Windows richiede di premere il tasto F6 per accedere a driver di terze parti, ma il tasto F6 anche a premerlo non fa nulla e l'installazione poi procede e va in errore perchè non rileva nessun disco.
A questo punto rimuovo il disco VirtIO e creò un classico IDE per l'installazione e mi limiterò a usare VirtIO solo per la rete.
Al termine dell'installazione ho agganciato al CD l'ISO con i driver e installato la rete che infatti ha cominciato poi a funzionare.
Ho provato anche con Windows 2008 e sebbene sia stato possibile dirgli di caricare il driver VirtIO per il disco in fase di installazione arrivava sempre l'infame schermata BSOD ad ogni tentativo quindi almeno dalle mie prove sembra che Windows come sempre faccia qualche capriccio di troppo.
Alla fine, non so se per puro caso o altro, ho provato a installare solo i driver per la rete e il disco escludendo quello che si chiama "Balloon driver" e così facendo sono riuscito con l'installazione, quindi era quest'ultimo a mandare in crash.
Questo potrebbe dipendere dal fatto che ho indicato 2 giga fissi di RAM per questa VM mentre il "Balloon driver" serve per la gestione dinamica della stessa e quindi avrei dovuto, forse, indicare che la VM poteva usare un range tra i 2 e i 4 giga per esempio.
Al termine dell'installazione però la rete non funzionava e per qualche motivo il driver VirtIO per la scheda di rete non si caricava, non quello della cartella Win7/2008, però usando quello per Vista invece è andato. Boh.
Ho provato a installare anche OpenIndiana purtroppo quando si è avviato il sistema live con la GUI il mouse non veniva rilevato e quindi non mi è stati possibile procedere con l'installazione.

Difetti e/o mancanze.
La gestione via WEB di ProxMox ha alcune pecche a mio avviso.
Per quanto possa sembrare banale il fatto che le VM non possano avere spazi nel nome secondo me ne limita la leggibilità del nome assegnato, ma quello che è peggio è che nel nome c'è sempre il prefisso numerico dell'ID assegnato e quindi non c'è un ordinamento alfabetico delle stesse. Certo essendo l'ID modificabile nel momento in cui si crea la VM si può sempre decidere di adottare una certa logica tipo dal 100 al 150 per le VM Windows e via dicendo, ma avrei preferito l'ordine alfabetico.
Manca poi la possibilità di gestire delle note per le VM create.
Nell'area di storage delle immagini delle VM il nome è costruito sulla base dell'ID, anche qui avrei preferito venisse usata la descrizione in modo che fosse più immediato a quale VM appartenga un'immagine.
Non sono mancanze fondamentali però a parer mio migliorerebbero la gestione.
Il fatto che non esista una procedura di import/export delle VM non è poi un grandissimo problema visto anche come funzionano in altri ambienti di virtualizzazione.
In realtà, operando manualmente, dovrebbe essere possibile importare un'immagine in formata VMDK, quello di VMware, è convertirla nel formato nativo di qemu, che comunque dovrebbe gestire anche il VMDK, poi se il risultato è una VM funzionante è tutto da vedere, sopratutto per le VM Windows.

Conclusioni.
In generale devo dire che sono rimasto soddisfatto di ProxMox, purtroppo i miei test non sono stati molto approfonditi e non ho fatto nessun test di prestazione tra VM con e senza VirtIO per vedere gli effettivi benefici di quest'ultimo.
La macchina di prova poi non è un mostro di potenza, però se riesco a sistemare un PC più decente, almeno un i5 anche se di prima generazione, vorrei poterci dedicare più tempo per approfondire meglio il tutto.
Non ho affrontato la gestione dei "linux container" perchè non ho proprio idea di cosa siano di preciso, e mi piacerebbe approfondire l'argomento in futuro.
Certo è che in raffronto a XenServer, secondo me, ProxMox vince alla grande, probabilmente VMWare ESX resta inarrivabile oggi come oggi, comunque mi riprometto di riaffrontare la tematica e l'uso di ProxMox in maniera più prolungata e approfondita, tempo e mezzi permettendo.



sabato 4 aprile 2015

Virtualizzare con XenServer

In passato avevo già provato XenServer e non ne ero rimasto particolarmente soddisfatto, almeno confrontandolo con VMWare ESXi, adesso torno alla carica con l'ultima versione.
L'installazione è molto semplice e lineare, una volta riavviato ci si trova davanti ad una videata di configurazione con un numero di possibilità ed opzioni decisamente superiore a quanto offerto da ESXi, però poi la vera gestione del server si fa da Windows, tanto per cambiare, usando il client dedicato XenCenter.

Importazione da altre soluzioni di virtualizzazione.
La prima cosa che faccio dopo essermi loggato al server è tentare di importare una VM creata in VirtualBox dopo averla esportata in formato OVA, e manco a dirlo il file viene sempre indicato come corrotto, quindi questo formato OVA/OVF che dovrebbe rappresentare una sorta di standard non funziona quasi mai, anche se con VMWare Workstation, nonostante un warning l'importazione sia possibile.
A questo punto invece che usare il file OVA generato da VirtualBox ho eseguito l'export in OVF da VMWare Workstation e in questo caso XenServer sembra abbia gradito ed è partita l'importazione .... che non è mai terminata, infatti nonostante il file OVA fosse di solo un centinaio di mega la barra di progressione dell'importazione del disco è rimasta ferma per buoni 30 minuti, fino a quando ho deciso di fermare tutto.
Bell'inizio non c'è che dire, se la prima impressione è quella che conta siamo messi proprio bene, ma forse il problema è nella VM che volevo importare, uno SCO OpenServer, notoriamente ostico alla virtualizzazione e di certo non supportato da XenServer.
Il secondo tentativo lo ho fatto esportando una VM Windows 2003, sempre da VMWare Workstation, ma il risultato è stato lo stesso, a questo punto mi è sorto il sospetto che non ho capito come funzioni l'importazione, infatti se nel menù view abilito hidden objects appaiono delle strane VM tra cui anche quella che tento di importare che risulta non avere un disco fisso agganciato e un'altra in esecuzione con nome "Transfer VM for VDI" che non capisco cosa faccia, immagino che si occupi dell'importazione ma come operi e se stia effettivamente facendo qualcosa non lo capisco.

Creazione di una nuova VM.
OK lasciamo perdere l'importazione che nonostante dovrebbe essere operazione alla portata di tutti a me risulta impossibile da comprendere, creiamo una nuova macchina virtuale allora, e anche qui i problemi non mancano.
Per prima cosa sul server XenServer non ho il lettore DVD, perchè al posto del lettore c'è proprio il disco su cui è installato XenServer, poco male uso una ISO per l'installazione, già ma l'unica possibilità offerta da XenServer è quella di creare una "ISO library" puntando su un'altra macchina utilizzando per esempio una share CIFS/SAMBA.
Ora, colpa di Windows 8.1 di sicuro, ma nonostante nelle risorse di rete vedessi il NAS ho dovuto usare come path alla share l'indirizzo IP dello stesso e non il nome come appare nelle risorse di rete, mistero sul quale non penso valga la pena di indagare.
In ogni caso, avendo già buttato su qualche ISO queste sono apparse nella libreria e quindi posso provare l'installazione di qualche OS, tra l'altro aggiungendo nuove ISO via FTP sul NAS queste vengono viste in automatico nella libreria, certo ci mancherebbe pure che non fosse cosi.
Come primo test ho pensato di installare Windows 2003 che è tra i sistemi guest supportati da XenServer per cui non dovrei avere problemi di sorta.
Il wizard per creare una VM, come detto, prevede già Windows 2003 quindi mi sono limitato solo alla personalizzazione di alcuni parametri, tipo 1 giga di RAM e 40 giga di disco, poi ho avviato l'installazione usando la ISO dalla libreria e dopo aver selezionato il tab "console" ho proceduto come di consueto con l'installazione come se si trattasse di una macchina reale.
L'installazione mi è sembrata un pò lenta e al termine ho deciso di installare subito gli "XenServer Tools" che dovrebbero migliorare le prestazioni e l'usabilità della VM, e cominciano i problemi, per prima cosa bisogna installare il NET Framework 4 che per fortuna è sulla ISO dei Tools, però questo non si installa perchè manca il componente WIC di Windows che non è presente nella ISO e va scaricato a parte.
Lavorare nella console è di una lentezza allucinante, considerando che la versione di IE che c'è in Windows 2003 è cosi vecchia da non essere utilizzabile ho dovuto scaricare il file dal PC client, caricarlo sul mio server FTP e poi dalla VM usare il client a caratteri FTP per scaricare e installare il file. Per qualche motivo se provavo a usare Explorer per scaricare il file dal mio server FTP mi diceva che non lo potevo salvare.
Alla fine dopo aver installato WIC, NET Framework ho potuto installare i Tools e dopo un riavvio devo dire che non mi pare di notare grandi miglioramenti a livello di prestazioni.
Ho provato anche l'installazione di Debian Wheezy e pure qui la lentezza della console è stata allucinante, innanzitutto l'interfaccia a carattere classica dell'installazione è andata su per il camino, infatti l'interfaccia utilizzata era quella da console seriale, solo molto piu' lenta.
Per fortuna ho fatto un'installazione minimale per ridurre i tempi che comunque mi sono sembrati superiori a quelli di una installazione reale o anche in VirtualBox.
Ho provato a installare OpenBSD 5.6 ma sebbene l'installazione sia andata a buon fine non è stato possibile configurare l'interfaccia di rete, al primo riavvio però sembrava funzionare, o quasi, in quanto l'interfaccia re0 ha ottenuto un indirizzo IP ma continuava ad apparire il seguente messaggio :
re0 : watchdog timeout
e provando a pingare altri PC sulla rete non si otteneva risposta.
Il problema della rete sembra legato al fatto che viene emulata una "Realtek r8139", sicuramente non supportata "out of the box" da SCO, anche se OpenBSD non dovrebbe avere problemi, purtroppo non c'è, o non ho trovato, il modo per cambiare il tipo di scheda da emulare, una classica PC-Net dovrebbe risolvere il problema.
A dire il vero qui viene indicato un "hack" per usare una scheda e1000, io ho provato a fare la stessa cosa, usando una pcnet, scheda vecchia ma supporata da qualsiasi OS di questo mondo, SCO Unix compreso, ed infatti il riavvio di OpenBSD, e le opportune modifiche, hanno permesso a questo OS di vedere la rete senza problemi.
Purtroppo con l'installazione di SCO le cose sono andate piuttosto male, l'installazione è stata perfetta, e con la modifica della scheda di rete questa è stata rilevata senza problemi però al primo riavvio la VM si blocca con questo messaggio :
not a directory
boot not found
cannot open
stage 1 boot failure: error loading hd (40)/boot
che a spanne vuol dire che il disco della VM risulta corrotto. Ho rifatto l'installazione da zero ma il problema si è presentato ugualmente, immagino che il supporto non sia proprio completo da parte di qemu, almeno in XenServer.

Creazione di una VM con XenConvert.
XenConvert è un'applicazione Windows che va installata su un PC che si vuole importare in XenServer, quindi trasforma una macchina fisica in una virtuale.
Come test ho però usato una VM Windows XP in VirtualBox, una volta installato il programma basta lanciarlo e seguire le semplici schermate proposte, l'unica cosa da notare è che nella videata in cui si impostano i parametri di accesso a XenServer, indirizzo IP, utente e pssword, bisogna indicare anche un workspace, che altro non e' che un'area di storage temporaneo.
Ecco, questa è una cosa che non mi aspettavo ad essere sincero, in pratica serve un disco dove far transitare i dati prima di mandarli sul server, almeno così immagino, ora nel mio caso usando una VM non ho fatto altro che abilitare da VirtualBox una cartella condivisa con una cartella del PC host e poi la ho mappata come unità di rete e data come area di workspace e così ho potuto procedere con il passo successivo che altro non è che la richiesta di un nome per la nuova VM e l'area di storage sul server dove salvarla.
A questo punto inizia la procedura vera e propria di importazione, vedo che viene creata una nuova unità, E: nel mio caso, che sembra una copia esatta dell'unità C:, immagino sia una sorta di immagine con i dati congelati al momento in cui inizia l'importazione in modo che se continuo ad usare il PC non si creino problemi di sincronia, ma è solo una supposizione.
Sull'unità di workspace intanto si sono creati 3 file, un OVF e un PVP di qualche kb che immagino contengano informazioni relative al ben più grande file VHD, non resta che attendere.
Sono passate 5 ore e la barra di progressione non è nemmeno ad un terzo, ovviamente non c'è la visualizzazione del tempo trascorso e soprattutto di quanto manca alla fine, ma il file VHD non è nemmeno di 8 giga e in 5 ore non ha completato che un terzo dell'operazione.
Se è così che funziona l'import di una macchina fisica in virtuale direi che è meglio prendersi per tempo, nell'ordine di qualche giorno o settimana se si dovesse trattare di virtualizzare un server con qualche 10 di gigabyte di dati.

OpenXenManager
Questo dovrebbe essere un client per gestire XenServer utilizzabile anche in ambiente linux, il file da scaricare riporta la data di dicembre 2010 quindi non sembra un progetto molto attivo.
Dopo aver scaricato e scompattato il file, installato le dipendenze python necessarie eseguo il programma, mi collego al server e ...... resto qui a guardare una finestra vuota e tristemente bloccata.
Raggiunto il forum di supporto scopro che il problema è già stato segnalato e che, purtroppo, questo progetto non è più portato avanti in maniera continuativa.
Comunque ho provato a scricare i sorgenti con git :
git clone https://github.com/OpenXenManager/openxenmanager.git
poi su Debian ho dovuto aggiungere alcuni pacchetti, oltre a quelli già indicati nel link di cui sopra : 
sudo apt-get install python-glade2 python-configobj
A questo punto ho eseguito il programma di nuovo e questa volta la connessione a XenServer è avvenuta.
Ho subito provato ad avviare la VM con Windows 2003 e la prima cosa che ho notato è come una volta attivato il TAB della console si spostasse il focus sul TAB performance per conto proprio, un pò una seccatura
Altro problema è che non rileva l'installazione degli XenTools sulle VM, infatti in quella con Windows 2003 sono regolarmente installati ma OpenXenManager indica che non è così.
Comunque ho provato ad usarlo per installare Debian Jessie, in questo caso non partendo da un template, non ce ne è uno per Jessie, non è stato usato il parametro quiet console=hvc0 per l'avvio del kernel e infatti l'installer era quello classico di Debian a differenza di quanto avvenuto con l'installazione di Wheezy.
Altra cosa che ho notato, ma forse mi sbaglio, è che in questo caso sembra venga usato qemu per la virtualizzazione e non xen, almeno ho avuto questa impressione nel momento in cui è stato chiesto di partizionare il disco che risultava essere un ata-qemu mentre nella VM Wheezy era un xvd o qualcosa del genere, immagino che dipenda dal fatto che Wheezy è previsto nei template e quindi gestito con xen.
Purtroppo nell'installazione ho avuto problemi con la rete e da OpenXenManager non sono riuscito a configurare l'interfaccia di rete per la VM, infatti nel momento in cui confermavo l'operazione di "add" non appariva nessuna rete, usando XenCenter da Windows ho poi visto che a forza di prove di interfacce ne avevo aggiunte parecchie.
Ma il problema maggiore è che l'interfaccia di rete non otteneva un indirizzo dal DHCP del router, in pratica non era in bridge, e quindi non potevo andare in internet e quindi scaricare i pacchetti per continuare l'installazione di Debian.
Dopo aver cancellato la VM ho rifatto l'installazione questa volta con XenCenter e problemi con la rete non ce ne sono stati, può anche essere che abbia sbagliato io qualche settaggio nel primo tentativo con OpenXenManager.

Conclusioni
Insomma XenServer non mi aveva entusiasmato in passato e anche ora non mi pare di potermi dire particolarmente soddisfatto, non ho trovato nessuna funzionalità particolare e anzi mi pare siano più le mancanze ed i limiti che i pregi.
Voglio sottolineare che non sono un esperto in materia di virtualizzazione per cui valuto il prodotto in base a quelle che sono le mie semplici esigenze, più che altro finalizzate ad avere VM di test, ammetto che l'hardware a disposizione non è il più indicato, CPU Intel T7500, 8 giga di RAM e disco SATA da 320 giga a 7200 giri, ma nonostante questo l'impossibilità di importare da altre soluzioni di virtualizzazione, la lentezza assurda di XenConvert e il limitato numero di OS supportati, il problema con la scheda di rete emulata, non me lo fanno piacere in particolar modo.

Finisce qui questa mia breve e ben poco accurata disamina su XenServer.






Disco SSD su MSI GX660R

In preda ad uno dei mie soliti deliri informatici ho pensato bene di togliere i due dischi WD da 320 giga e 7200 giri dal mio MSI GX660R per sostituirli con un SSD Samsung 830 da 128 giga e un WD da 750 giga sempre 7200 giri.
Fortunatamente questo portatile è fatto abbastanza bene e per accedere ai dischi e alla RAM basta rimuovere qualche vite e staccare un unico pannello sottostante.
Fatta l'operazione, rimetto la batteria, attacco l'alimentazione, ormai la batteria è morta, accendo il PC e con mia grande sorpresa e delusione scopro che il disco SSD non è riconosciuto, cioè a livello di BIOS non me lo vede proprio.
Smanettando un pò con le opzioni del BIOS scopro che se metto in IDE, al posto di AHCI o RAID, allora il disco è riconosciuto, ma sapete quanto è lento un disco in modalità IDE ?
Comincio a cercare informazioni in rete e vedo che il problema è già noto, e quello che è peggio è che da MSI non ci sono BIOS aggiornati per risolvere il problema perchè il prodotto è ormai vecchio e superato.
Per me è praticamente nuovo il portatile, e poi scusate tanto signori della MSI, ho un portatile HASEE, cinesissimo, che ha ancora un processore Core 2 Duo Intel T7500 e chipset GL960 dove ho installato un SSD economico e il BIOS non ha battuto ciglio.
In ogni modo sembra che altri utenti abbiano avuto più fortuna con l'installazione di unità SSD quindi può anche essere un problema di compatibilità, ovvio che io avendo un Samsung 830 dovevo per forza di cosa rientrare nella cerchia dei dischi non compatibili.
Detto questo però nel mondo degli hacker, o supergeni dell'informatica, esistono gruppi di persone che con appositi tools e competenze riescono a modificare alcuni BIOS, fortunatamente uno di questi è quello del GX660R.
Qui ho scaricato il BIOS modificato e armato di coraggio lo ho flashato, al riavvio il disco SSD è stato riconosciuto e oltre a questo nel menù del BIOS si sono abilitate un gran numero di voci che prima non c'erano, molte solo di tipo informativo, altre per nuovi settaggi, tutta roba che non ho guardato più di tanto, anche perchè ero già contento di poter usare il disco SSD.

mercoledì 18 marzo 2015

Gestione VMWare ESXi da linux

Nel precedente post avevo parlato di quali soluzioni fossero disponibili per Mac OS X in relazione alla gestione di un server VMWare ESXi con risultati più che deludenti.
Adesso tocca a linux, nello specifico la macchina client usa Debian Wheezy.
Lasciamo subito perdere VMWare Workstation perchè offre le stesse funzionalità di VMWare Fusion, quindi la gestione è limitata solo alla possibilità di eseguire le VM installate su ESXi, che è sempre meglio di niente ma in ogni caso anche Workstation è ha pagamento.
Cercando in rete sono capitato qui, non so che lingua sia ma sembrerebbe comunque una risorsa quasi ufficiale di VMWare, un client web based, anche senza capire la lingua si vede che ci sono due download uno per il java di Oracle e poi un file tar per il vSphere Client.
Scarico il file tar, lo scompatto, eseguo lo script come da istruzioni, lancio il mio browser ( iceweasel ) aprendo l'indirizzo http://localhost:8080/host-client e ottengo subito come errore che la pagina non è stata trovata.
OK, il post accenna alla JVM di Oracle, e io ho installato la OpenJDK 1.6, che sia questo il problema ? 
Passo a installare la OpenJDK 1.7, basterebbe solo il JRE a dire la verità, e la imposto come predefinita.

sudo apt-get install openjdk-7-jdk openjdk-7-jre
sudo update-alternative --config java

Rieseguo lo script, apro l'indirizzo nel browser e ..... niente, che serva proprio quella di Oracle ?
Ma prima controllo cosa fanno i vari script, e trovo che in bin/setenv.sh c'è una riga che recita :
JRE_HOME=/usr/java/latest
probabile che la JVM di Oracle venga installata qui mentre sulla mia debian è in /usr/bin/java, in realtà è un link ma non importa, cambio quindi la riga in :
JRE_HOME=/usr
rilancio lo script, riapro il link nel browser e ..... che palle pure il plugin di flash deve creare problemi.
To view this page ensure that Adobe Flash Player version 11.5.0 or greater is installed.
Inutile dire che in linux il plugin è fermo ormai alla versione 11.2.
Ma io sono un duro, di comprendonio, e non mi arrendo e provo a installare chromium, browser che non amo per niente,
sudo apt-get install chromium chromium-l10n pepperflashplugin-nonfree
e questa volta aprendo il link in chromium si apre la pagina dove fare il login al server ESXi e posso gestire il mio server via web client.
Peccato che è lento come una lumaca, peccato che non c'è verso di avviare e gestire la VM in una console, ecco questa ultima cosa se le VM sono linux/unix con un accesso ssh, o telnet come per SCO Unix, non è un gran problema ..... ma per le macchine Windows ? o hai già abilitato desktop remoto o non ci combini una mazza.
Comunque qui la gestione è piuttosto completa e si possono esportare, importare e creare nuove VM, beh su quest'ultima possibilità ho qualche dubbio visto che se non si avvia la console non ho idea di come si possa poi gestire l'installazione della VM.
Tra le opzioni c'è proprio questa "open console", oppure c'è il link "launch console" sotto la miniatura della schermata della VM in esecuzione, solo che ne uno ne l'altro fanno qualcosa, che a spanne dovrebbe essere aprire una finestra con la VM dove poter lavorare, così come succede con il client in ambiente Windows.
A questo punto non è che ci vuole proprio la JVM di Oracle ?
Seguo questa guida, la installo, la imposto come predefinita e riprovo .... e non cambia nulla, aprire una console per lavorare con le VM non è fattibile e questo è ovviamente un grosso problema, soprattutto per le VM Windows e ancora di più se si vuole installare una nuova VM.
Allora decido di provare la funzionalità di esportazione delle VM ed esce un messaggio che mi dice che questa operazione può essere effettuata previa installazione di un determinato plugin e c'è il link per scaricarlo, magari serve pure per aprire questa benedetta console.
Provo a scaricarlo e chromium invece mi apre una nuova finestra del browser con il contenuto del plugin, decido di non insistere e da un terminale ricorro a wget per scaricare il plugin.
wget http://vsphereclient.vmware.com/vsphereclient/1/8/8/7/2/7/0/VMware-ClientIntegrationPlugin-6.0.0.x86_64.bundle
chmod +x  VMware-ClientIntegrationPlugin-6.0.0.x86_64.bundle
In fase di installazione chiede la path per firefox, la cartella plugin di questo e stesse domande per il browser google chrome.
Google Chrome mmmh .... io ho Chromium cambierà qualcosa ?
Forse visto che al termine dell'installazione avvio il browser e del plugin non c'è traccia, nemmeno eseguendo il browser con l'opzione -enable-plugins cambia qualcosa.
Installiamo anche Google Chrome allora, e reinstalliamo anche il plugin.
Niente da fare, a questo punto una ricerca in rete mi porta alla tragica, quanto ridicola notizia, che questo plugin non è compatibile con le versioni a 32 bit di firefox e chrome, e quindi presumo anche chromium.
Prima di arrendermi faccio un ultimo tentativo, scarico il .deb per i386 di Google Chrome ed eseguo :
sudo apt-get purge google-chrome-stable
sudo dpkg --add-architecture i386
sudo apt-get update
sudo dpkg -i google-chrome-stable_current_i386.deb
sudo apt-get install -f
Ma non si vuole installare perchè gli serve xdg-utils che non avendo il supporto multi-arch non viene riconosciuto anche se è effettivamente installato, tra l'altro è un pacchetto unico per tutte le architetture.
In conclusione, nonostante questo web client sia quello più funzionale, resta il problema che il plugin non si installa e quindi mancano funzionalità fondamentali per poter gestire il server ESXi, quindi l'unico sistema veramente funzionale è il client per Windows, è un vero peccato che un colosso come VMWare tenga in così poca considerazione gli utenti linux, che proprio pochi non sono.
Beh per assurdo potrei anche provare a installare una VM Debian a 32 bit in VirtualBox per poi provare il web client con il plugin, un pò da mentecatto come soluzione.





giovedì 5 marzo 2015

Gestione VMWare ESXi da Mac OS X

Per prima cosa c'è da dire che la versione free di VMWare ESXi non fornisce il web client per cui in ambiente Windows ci si deve affidare a vSphere Client che per le mie esigenze va più che bene nonostante manchino alcune features che sono implementate solo nel web client, onestamente non so quali ma così ho letto in giro.
Però se non uso Windows come posso fare ?
Per prima cosa ho provato a usare VMWare Fusion per collegarmi al server ESX, questa funzionalità è presente anche in VMWare Workstation.
Dopo aver indicato l'indirizzo IP del server ESXi ed essermi loggato vengono visualizzate le VM installate ed è possibile accedere alle impostazioni oppure metterle in esecuzione con output in una finestra, in pratica come se la VM fosse installata in locale.
Alcune limitazioni ci sono però, per esempio non è possibile spegnere la VM ma solo sospenderla, quindi se la VM, per esempio uno SCO Unix che non supporta ACPI/PM per lo spegnimento, resterà o sempre accesa, se resta acceso il server, o andrà sospesa ..... sistemi operativi più moderni ovviamente non hanno questo problema.
Per il resto c'è da dire che è possibile anche connettere CD/DVD o chiavette USB alla VM remota, proprio come si farebbe con una VM locale.
Un problema strano lo ho avuto invece con le guest addition, nella VM Windows XP di prova andando sull'icona veniva evidenziato il messaggio che era possibile aggiornarle ma facendo poi la procedura di installazione, dal menù di Fusion, veniva poi riportato che la versione installata era superiore a quella fornita da Fusion, la VM era in origine stata creata con Workstation 10 mentre Fusion è alla versione 7, l'ultima quindi, per cui non capisco come mai ci sia questo problema.
Ovviamente non è possibile creare o cancellare le VM quindi non si può parlare di vera e propria gestione, inoltre c'è da notare che il mio primo tentativo di collegarmi al server benchè sia avvenuto il login non mi permetteva di fare nulla con le VM, questo perchè l'ultima volta che avevo spento il server avevo messo ESXi in stato di "manutenzione", cosa che non viene segnalata da Fusion ne tanto meno gestita, quindi per concludere oltre a essere a pagamento Fusion non permette di fare grandi cose se non limitarsi all'uso della VM remota.

Orbit, così si chiama questo programma multipiattaforma che dovrebbe permettere una anche minima interazione con il server.
Purtroppo dopo aver fatto il login, vengono visualizzate le VM e alcune informazioni però nel momento in cui provo a premere il pulsante per avviare la VM non succede nulla e questa resta sempre "Powered Off".
E' vero che sul sito si parla di vSphere 4 quindi piuttosto vecchio rispetto a quella installata ma speravo almeno di poter avviare/stoppare le VM.

Per linux c'è la VMWare Workstation e immagino che farà ne più ne meno quello che fa Fusion su Mac OS X anche a livello di gestione remota di VM su server ESXi, sarà comunque oggetto di una prova e relativo post.
Resta il fatto che la versione free di ESXi non fornendo il web client, che immagino, spero, sia funzionale anche in linux/Mac OS X e non solo in Windows ci costringe a usare il client che esiste solo per Windows per poter fare una gestione delle VM.
Alla fine la soluzione è installare VirtualBox, che è gratis, e crearsi una VM Windows, installarci il client vSphere e collegarsi al server ESXi.
Certo che da un colosso come VMWare mi aspetterei un pò più di attenzione anche verso altri OS e non solo Windows, è ben vero che anche il client Windows oramai è in secondo piano rispetto al web client ma almeno qualcosina per Mac e linux potevano farla, soprattutto per chi per studio o per diletto usa la versione free di ESXi.



giovedì 19 febbraio 2015

Secondo hard disk su notebook DELL D630

Benchè questo portatile abbia i suoi anni e monti una ormai datata CPU Intel T7500 a 2,2Ghz è ancora un'ottima macchina, almeno per le mie esigenze, inoltre è dotata di 6 giga di RAM e disco SATA II da 500GB e 7200 giri.
Per motivi di lavoro, ma anche di interesse personale, ho piallato Debian Jessie con Mate Desktop per provare la soluzione di virtualizzazione ESXi, ora dopo circa un mesetto non avrei più immediato interesse a tenerci su ESXi, che uso solo per test, ma visto che nell'arco degli ultimi anni ho riciclato più volte questo portatile per fargli fare da "server" per ESXi ho deciso per una soluzione diversa.
Questo portatile, che a mio avviso è veramente fatto molto bene, basta vedere la completezza delle opzioni del BIOS e altri dettagli di cui ho parlato in passato, ha anche la possibilità di sostituire agevolmente l'unità DVD con un secondo hard disk e fortunatamente sulla baia si trovano le unità "caddy" dove montare il disco a prezzi ragionevoli, io ho speso 13 euro spedizione compresa.
Quindi ho riciclato un disco da 500 giga a 5400 giri, quindi non particolarmente performante e lo ho installato, all'avvio del portatile posso scegliere di fare il boot dal 2^ hard disk, sul quale è installato ESXi, oppure usare la mia Debian avviando dal disco principale.
Nota interessante, o almeno mi sembra tale, è che con la presenza del 2^ hard disk l'ordine in cui sono visualizzate le unità disco cambia per cui in Debian, ma anche in ESXi, il disco fisso "vero", il primo insomma, è visto come /dev/sdb e quello al posto del DVD, che sarebbe il 2^ viene visto come /dev/sda, fortunatamente sia GRUB che Debian in /etc/fstab usano gli UUID per identificare i dischi e quindi non vi è nessun problema.
Se poi mi serve masterizzare basta rimuovere l'unità disco e sostituirla con quella DVD, il tutto senza dover usare nessun attrezzo, ovviamente a PC spento.
Sono abbastanza soddisfatto, il PC è sicuramente molto più utile con Debian però grazie al 2^ hard disk posso avere sempre a portata di mano il mio "server" ESXi tutte le volte che mi necessità.


lunedì 12 gennaio 2015

Guardare un DVD su PC con Linux

Capisco che non sia un granchè come argomento per un post ma visto che qualche piccolo problema lo ho avuto metto giù due righe per i posteri.
Per prima cosa c'è da dire che i film su DVD sono codificati con un codice regione che serve per limitarne la visionabilità alla zona geografica di appartenenza.
L'europa è nella regione 2 quindi se prendiamo un DVD negli USA, che sono regione 1, non sarà leggibile sul ns lettore DVD.
Per fortuna fanno eccezione i porno che sono senza codice regionale e quindi visionabili ovunque, perchè dico per fortuna poi ? mai visto un film porno su DVD ..... esistoni i torrent.
OK torniamo seri.
Il concetto è che se prendiamo un PC o un lettore un Italia questo sarà abilitato alla regione 2, giusto ? .... non sempre, almeno sul mio ASUS.
Fortunatamente è possibile modificare il codice regione del proprio lettore DVD, fino ad un massimo di 4 volte, in modo da poterlo aggiornare se dovesse servire, come nel mio caso.
Per fare ciò basta usare il programma regionset che è presente nei repository Debian, quindi inserite il DVD e eseguite il comando :
sudo regionset /dev/dvd
verrà visualizzata la regione corrente, il numero di modifiche effettuabili e la richiesta del nuovo codice.
Current Region Code settings:
RPC Phase: II
type: SET
vendor resets available: 4
user controlled changes resets available: 3
drive plays discs from region(s): 2, mask=0xFD

Would you like to change the region setting of your drive? [y/n]:
Come si vede adesso è in regione 2.
Ma il problema non è solo questo bisogna anche installare la libreria libdvdcss per poter visualizzare il DVD, questo anche per quelli senza codice regione, questa libreria non è presente però nei repository di Debian ma la si può scaricare direttamente dal sito VideoLAN.
E così per la prima volta mi guardo un DVD sul PC !!!!!!!!!! ...... capite bene in che condizioni sono, oggi è tutto in streaming e io mi guardo un DVD ? sono proprio senza speranza.